Fai da te!
introduzione di Attila Nemes La chiave migliore di questo catalogo pu o essere una breve ricapitolazione del progetto Re:orient , visto il suo significato di premessa delle idee presenti nelle installazioni.
Abbiamo cominciato il lavoro di sei mesi con una ricerca, con un lavoro sul campo, per raccogliere le informazioni sulla vita, sulle abitudini e sulle esperienze degli immigrati cinesi e altri estremo-orientali. Il lavoro ha indagato prima di tutto le caratteristiche dell'uso della citta, dell'insediamento, spesso dell'"alloggio provvisorio". Avremmo voluto sapere quali siano le motivazioni, le possibilita, le costrizioni presenti sullo sfondo delle abitudini di queste comunita che si conoscono a Budapest, in che misura contribuisca la razionalita economica, l'esperienza culturale, e il comportamento della comunita di maggioranza e gli obiettivi individuali. Alcuni saggi del catalogo interpretano le indagini in gruppi piccoli, le interviste e le discussioni fatte con i membri delle comunita estremo-orientali viventi a Budapest, per quanto riguarda le abitudini nell'uso della citta (Chinese, Hungarians, Generations, Cities / Cinesi, ungheresi, generazioni, citta), il consumo di media (Home Abroad / A casa all'estero; Cherries and Silence /Ciliegia e silenzio) la rete delle relazioni (Guanxi /Relazioni guanxi).
La sintesi intitolata Budapest-Chinatown riassume il lavoro di tre moduli organizzati da tre membri della nostra squadra. Loro sono partiti dal punto di vista della struttura urbanistica e della vita della citta, avendo esaminando dettagliatamente tre posizioni (Il mercato 4 tigri di Józsefváros e lo stabilimento Ganz che si trova di fronte, l 'Asia Center e China Mart situati nella parte settentrionale della citta, e il S árkány Center - Centro Drago situato nella parte orientale della cittá). L 'obiettivo e stato di vedere in che modo questi mercati in zone di ruggine, e le imprese costruite su campi verdi funzionano, cioe in che modo queste posizioni isolate hanno cominciato a collegarsi alla citta, quali collegamenti primari e infiltrazioni caratterizzano l'ambiente di questi territori - per esempio quanto e piu densa la proporzione della presenza delle comunita orientali /abitanti, ristoranti, chiese, spazi del consumo culturale, segni urbanistici ecc./ nella vicinanza dei territori scelti per l'indagine.
Un altro gruppo ha esaminato l'offerta di prodotti dei mercati e dei centri commerciali orientali sotto due aspetti. Per primo volevamo capire qual e la proporzione del materiale edile rispetto alla massa delle merci provvenienti dall'Estremo Oriente, e quali sono le tendenze di questa proporzione negli ultimi anni (Made in China). Come seconda cosa abbiamo voluto conoscere le possibilita della low-tech, che e il tema centrale dell'installazione, dall'accendino con lampadina, attraverso la maniglia illuminata fino alla porta parlante, ovvero dalla misura degli oggetti ai sistemi. architettonici, urbani. (The Fragments of Architecture and the Peace of Instability /Le schegge dell'architettura e la tranquillita dell'instabilita; After the Economy of Place - New Territories in Architecture / Sulla strada dell'economia del luogo - nuovi territory nell'architettura)
Intanto altri, concentrandosi direttamente sul campo sonoro hanno cominciato la raccolta con l 'esame dell'ambiente culturale di suoni e di rumori che ci circonda in questi posti. (Sound Spaces /Campi sonori) .
Le direzioni principali si sono molto presto avvicinate, e alla fine del secondo mese, in base alla raccolta abbiamo cominciato il lavoro di sintesi, il riassunto delle conoscenze che s'indirizzano verso l'installazione. In questo periodo che si e deciso anche che accanto alla mostra da costruire a Venezia, il catalogo e il www.reorient.hu avrebbero costituito la base delle conoscenze, lo sfondo del progetto, mentre la mostra - concentrandosi sulla tematica della low-tech - si occupera della progettazione di rivalutazione e revitalizzazione di una massa di oggetti spesso antipatici.
La cultura del gadget - che trasforma continuamente il nostro ambiente, presentandosi e incorporandosi dappertutto - uscendo dagli spazi privati e utilizzandolo nello spazio urbano apre nuove possibilita nel pensiero e nella progettazione di spazi pubblici. La grande quantita di questi oggetti significa materie prime economiche, e l'esperienza che deriva dal loro uso significa un nuovo modo di pensare nel caso di tante imprese fatte con finanziamenti minimi, come ad esempio le costruzioni di alloggi sociali, o i programmi di riabilitazione da realizzare con pochi soldi, insomma nella formazione "fai da te" di strategie di sviluppo che interessano la maggioranza dei cittadini del mondo.
Inoltre i sistemi complessi che si formano dalla moltitudine di oggetti e dalle reti di produzione-trasporto-commercio hanno un plus-valore, se vogliamo un'intelligenza che puo servire da guida sia nel nel campo della progettazione (tecnologie di produzione, logistica, management) sia in quello dello sviluppo.
Vogliamo ringraziare anche in questo modo il lavoro dei sinologi che hanno collaborato al progetto, soprattutto Gergely Salát (A History of the Transitory /Il passato della fugicita) , e Éva Horvát per le foto indispensabili per la comprensione del contenuto del catalogo.
Attila Nemes |